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Di Stella Guizzardi

Ha preso il via il 13 settembre 2025 la mostra Phantasmagoria Pacis presso la sede Santa Margherita del Museo Nazionale Collezione Salce a Treviso. La mostra, visitabile dal venerdì alla domenica fino al 9 novembre 2025, è curata da Elisabetta Pasqualin, direttrice del Museo nazionale Collezione Salce e dal presidente della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace, il prof. Antonio Silvio Calò.

Il percorso espositivo si divide in tre tappe: la prima presenta le opere congiunte degli artisti Tobia Ravà e Abdallah Khaled, di fede rispettivamente ebraica e musulmana. La loro collaborazione ha avuto inizio con una commissione da parte di un’agenzia pubblicistica americana dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, per convogliare attraverso il medium artistico un messaggio di dialogo e di pace che spingesse a guardare oltre alla violenza.
La seconda tappa è invece composta dall’opera digitale di Damiano Fasso, che attraverso immagini che si animano e prendono vita mettono in guardia rispetto alla dimensione illusoria della pace, per poi mostrare nella seconda fase del video la possibilità di riunire la frammentazione apparente e contraddittoria della pace in un impegno concreto.
La terza tappa, al piano superiore del Museo, è infine l’esposizione dei manifesti della Collezione Salce che parlano di pace. Una raccolta di manifesti che dal 1945 al 1965 trattano la pace senza mai rappresentare la guerra, divisi in categorie che toccano tematiche come la gioventù, il ruolo della donna, i filosofi, ma anche molto altro.

Foto In Testo 2 Art Phantasmagoria Inaugurazione
Il 13 settembre al momento dell’inaugurazione, oltre alla presenza di più di 250 persone accorse ad assistere alla nuova mostra cittadina, accanto ad artisti e curatori della mostra, vi erano anche figure istituzionali e di supporto.
In rappresentanza della città di Treviso, ha preso la parola il Consigliere provinciale Roberto Borsato:
Porto i saluti del Presidente e dell’amministrazione provinciale. Questa è una bella cosa ed è una delle iniziative per fare in modo che i popoli si parlino, attraverso la cultura e lo sport questo può essere motivo di unione. La gente dovrebbe pensare che il peggior pericolo dell’umanità è l’uomo stesso, come stiamo vedendo in giro per il mondo cosa sta succedendo, cose inimmaginabili che pensavamo appartenessero alla storia passata, ma è presente tutti i giorni. Grazie a tutti di essere qui e di portare il vostro pensiero e la vostra vicinanza alla pace”.

Sempre in rappresentanza istituzionale, ha preso la parola l’Assessora di Treviso alla Cultura Maria Teresa De Gregorio:
Buongiorno e benvenuti a tutti, bellissima questa atmosfera con tanta gente. Per questa mostra da parte nostra come amministrazione abbiamo partecipato, ma voi e il direttore, il Professor Calò, avete lavorato davvero. Poi in un tempo ridotto, mi ricordo che la prima volta che ci siamo visti qui fu tutto molto veloce, il tempo è stato a nostro favore. Anche il nostro sindaco ha avuto modo di essere presente in occasione della conferenza stampa e ha espresso il perché della partecipazione dell’amministrazione comunale. Innanzitutto perché con il Museo Salce c’è una collaborazione ormai oserei dire quasi quotidiana perché il circuito cittadino culturale sta funzionando molto bene e un tassello fondamentale è il Museo Salce. In secondo luogo poi la tematica, è una tematica cara all’amministrazione, al Sindaco e alla città di Treviso, che ricordiamo è medaglia al valore militare e quindi ad una tematica di questo tipo non poteva non essere presente e sensibile.
Ringrazio il Professor Calò e la Fondazione che hanno dato e stanno dando con questa mostra un taglio completamente diverso. Me lo dice sempre il Professor Calò, si parla di pace e non solo in alternativa alla guerra, è un percorso che va sorretto e alimentato anche attraverso queste iniziative. Grazie da parte dell’amministrazione e complimenti per tutto quello che state facendo”.

Come presenza di rappresentanza nazionale, è intervenuto poi il Direttore della Direzione Regionale Musei Nazionali Veneto, il Dottor Ferrara:
Buongiorno a tutti, grazie per essere qui numerosi. Quando il Professor Calò ha proposto alla Direttrice Pasqualin il progetto, lo abbiamo recepito immediatamente, con la convinzione che la Collezione Salce è una galleria degli specchi della società italiana e non solo. Tutti i temi che riguardano la società, la storia e l’impresa sono rappresentati e quindi non abbiamo esitato ad accogliere questa proposta. Poi oltretutto si snoda un percorso cittadino, quindi per noi è significativo questo aggancio ancora più stretto con la città e i colleghi del comune con i quali collaboriamo. L’opera di Damiano Fasso ci ha poi colpito per le citazioni mescolate e il suo percorso di studio e di competenze, l’opera è davvero interessante e convincente. Devo avvisare solo su una breve parentesi tecnica, che è anche una metafora, sappiamo che la pace è una condizione messa attualmente a durissima prova, forse è metaforico il fatto che abbiamo avuto poco tempo a disposizione per risolvere un incidente tecnico riguardo il grande finestrone dove viene proiettato il video, stiamo risolvendo, ma questo può essere un invito a tornare per osservare la mostra, l’installazione e l’opera di Fasso che ora è visibile su di uno schermo”.

Foto In Testo Art Phantasmagoria Inaugurazione
E’ poi intervenuto Pierluigi Ciferni, Amministratore Delegato di Polyglass, azienda che ha sostenuto e permesso la realizzazione della mostra:
Quando il Professor Calò mi ha chiamato non ho avuto esitazione, la pace è un valore fondante del genere umano, è ovvio essere qui. Ma vorrei aggiungere un’altra cosa: noi siamo un’azienda, una realtà del territorio trevigiano, abbiamo la nostra sede a Ponte di Piave. Siamo poco più di 300 persone, di più di 30 nazionalità diverse, quindi diverse etnie e diverse religioni, e noi lavoriamo quotidianamente, insieme, senza nessun problema. Noi non abbiamo bisogno di odio e di guerra, abbiamo bisogno di pace e coesistenza”.

Infine il Professor Antonio Silvio Calò, presidente della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace:
Grazie di essere venuti, la cosa più importante siete voi, ve lo dico con molta passione. La cosa più importante è che le persone vengano e si rendano conto che c’è una possibilità, una narrazione diversa, che è ora di finirla di parlare solo e sempre di guerra, solo e sempre di violenza. C’è il rischio dell’assuefazione e del non rendersi conto che esiste la pace, che esistono percorsi di pace. Questa mostra non dà una soluzione, non può farlo, però può essere l’inizio di un cammino verso la soluzione, può essere l’inizio di un pensiero verso lo stare insieme in pace. La pace ha bisogno di pace, dobbiamo imparare a stare in pace, e la pace ha bisogno del quotidiano, non dello straordinario, ogni giorno, guardandoci, sorridendoci, dandoci la mano. In tutti i sensi, questo è costruire la pace.
Io sarò a vostra disposizione oggi tutta la giornata per descrivervi e spiegarvi questa mostra, adesso non voglio tediarvi e tenervi in piedi per troppo tempo. Vi dico ora solo tre cose: la mostra inizia qua e vi invito a leggere ciò che c’è scritto, l’inizio è il non voltarsi dall’altra parte. Ci sono due autori che hanno rappresentato una cosa bellissima, un musulmano e un ebreo che insieme hanno elaborato delle opere che testimoniano l’oggi, un oggi che si può vivere in altro modo, lavorando insieme come diceva prima Ciferni nel suo intervento. Oltre alle cose da leggere in questo corridoio ci sono i bambini, che hanno rappresentato la colomba della pace in un certo modo. Questi bambini rappresentano tutti i bambini di questo mondo, che ci guardano con gli occhi e sembrano chiederci: cosa state facendo? Perché ricordiamocelo, esclusi quelli dai 30 anni in giù, la responsabilità di quello che sta accadendo in questo momento nel mondo è nostra. Noi per primi dobbiamo prenderci le nostre responsabilità, fino in fondo.
Quando arriverete in fondo, sarà la seconda sezione. L’opera Phantasmagoria Pacis la vedrete su un televisore, ma come diceva il dottor Ferrara, tornate, tornate a vederla. Questa è un’opera per me straordinaria, io farò di tutto perché giri l’Europa e il mondo. In sintesi rappresenta la fase che dall’oggi, dai conflitti, si passa a creare quel ponte che cerca di ricordarci cosa eravamo, come l’uomo ha costruito la pace in questi anni. Salendo poi su al secondo piano, vi è la terza fase della mostra, incontrerete i bellissimi manifesti sulla pace. La cosa incredibile è che nessuno di questi manifesti che abbiamo selezionato ha segni di guerra. Dal 1945 al 1965 tutti i manifesti parlano di pace, e non solo le figure simboliche come la colomba e l’ulivo, man mano che si andava a selezionare questi manifesti emergeva una figura fondamentale della pace: la donna. La donna rappresentata in tutti i modi, dal 1945 in poi. Se c’è la donna spesso accanto ci sono i bambini, è significativo, il percorso della pace, quello che possiamo fare. Ci sono delle sezioni, vedrete le donne, i filosofi, i giovani, e infine la chiusura è l’inizio: tutta questa mostra è nata con il francobollo che la Fondazione che ho l’onore di rappresentare, ha commemorato i suoi 25 anni con un francobollo congiunto, Stato Italiano e Stato del Vaticano. Perché? Perché due figure care amiche del Professor Calò in questi anni hanno perorato la pace senza se e senza ma. Sono Papa Francesco e il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
E qui devo ringraziare un’altra figura fondamentale, Mauro Michielon. Il quadro che vedrete presenta il francobollo e quattro frasi in quattro lingue di Papa Francesco e del nostro Presidente della Repubblica, frasi sulla pace”.

Ha concluso con una promessa:
Sappiate che quel quadro, alla fine della mostra, partirà e andrà a tutti i 42 premi nobel per la pace viventi attualmente”.

 
 
 
Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace