Facciamo nostra la convinzione che non sia possibile leggere realisticamente il Mediterraneo «se non in dialogo e come un ponte – storico, geografico, umano – tra l’Europa, l’Africa e l’Asia. Si tratta di uno spazio in cui l’assenza di pace ha prodotto molteplici squilibri regionali, mondiali, e la cui pacificazione, attraverso la pratica del dialogo, potrebbe invece contribuire grandemente ad avviare processi di riconciliazione e di pace». (Frase di Papa Francesco, La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo, Napoli 21 giugno 2019).

Il convegno cittadino, promosso dalla Fondazione Venezia per la ricerca per la pace e l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” di Venezia, si propone come evento culturale che riflette sulla pace a partire dal contesto mediterraneo, dove la città di Venezia si trova. La storia della città lagunare ha insegnato, infatti, che i confini, nati come meccanismi di potere, rimangono fluidi e mutevoli. E che le frontiere, come spesso accade anche nel Mediterraneo, chiedono di essere attraversate, esistono per permettere di andare e tornare. Se vogliamo pensare dal Mediterraneo dobbiamo allargare l’idea di cittadinanza, favorire pratiche di ospitalità e di dialogo. Soprattutto impegnarsi in pratiche di pace e convivenza. C’è una “cittadinanza mediterranea” che potrebbe aiutare a ripensare i rapporti tra le persone, le culture e le religioni.