Il Centro Maniscalco ha lo scopo di rendere facilmente fruibile in rete materiale informativo e di documentazione sull’attività di protezione e salvaguardia del patrimonio da parte dell’UNESCO, dello Scudo Blu Internazionale, delle sue ONG costitutive e delle altre organizzazioni specializzate del settore, a disposizione di studiosi, ricercatori, studenti e semplici interessati.
La struttura è dedicata a Fabio Maniscalco, studioso e operatore (prima militare e poi civile) della salvaguardia del patrimonio a rischio, candidato al Nobel per la Pace nel 2007 per l’attività svolta a favore del patrimonio culturale nelle zone di conflitto di Bosnia, Albania, Kosovo e Palestina e deceduto l’anno seguente per una forma rara ed anomala di cancro del pancreas causata dall’esposizione con metalli pesanti e uranio impoverito.
Oggi la sede operativa è ospitata presso la Biblioteca Civica di Rosignano Monferrato (AL), nel sito UNESCO dei Paesaggi Vitivinicoli. Gli Istituti culturali della Città di Moncalvo, dopo aver assicurato dal 1997 per molti anni il sostegno operativo al Centro, oggi accolgono uno dei fondi di documentazione. Presso il Museo Badogliano di Grazzano sono disponibili, e consultabili anche online, la biblioteca e l’archivio storico di storia militare del 900, mentre la biblioteca di Ponzano è collegata a Centro di Documentazione sui Sacri Monti UNESCO di Crea.
Infine la Biblioteca Civica di Bosio e il Centro Documentazione della Benedicta sono capofila del progetto di rete digitale dei Luoghi della Memoria del 900, insieme al Polo del 900; inoltre collaborano con il Centro Studi sul DIU del Museo della Croce Rossa Italiana di Genova Campomorone e con l’IIHL di Sanremo.
A proposito del rapporto avviato da alcuni anni con la Fondazione Ve.Ri.Pa. e l’Associazione Memoria della Benedicta, il professor Lauso Zagato ricorda, oltre a tutte le altre ragioni di straordinario interesse culturale e di collaborazione sui temi della Pace e della Partecipazione culturale, “il fatto altamente simbolico che Venezia fu la prima città d’arte colpita da un bombardamento aereo nel corso della Prima guerra mondiale, mentre la Benedicta fu distrutta intenzionalmente -a poche settimane dall’altro grande sito monumentale benedettino di Montecassino, che subì la stessa sorte- verso la fine della Seconda guerra mondiale”.