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Phantasmagoria Pacis
Il progetto
Dal 13 settembre al 9 novembre 2025, Treviso ospita Phantasmagoria Pacis, una mostra che si snoda tra le sale del Museo Nazionale Collezione Salce nella sede di Santa Margherita. Un progetto corale, dal forte valore simbolico, promosso dalla Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace in collaborazione con il museo stesso e con importanti realtà istituzionali, che ha l’obiettivo di proporre una nuova narrazione della pace – libera dai vincoli della retorica bellica e aperta a una visione creativa, attiva, costruttiva.

Questa mostra nasce da un oggetto piccolo e apparentemente marginale: un francobollo. Ma, come spesso accade, sono i segni più minuti a custodire le visioni più grandi. Il francobollo congiunto – emesso dallo Stato Italiano e dalla Città del Vaticano con il supporto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – è il simbolo inaugurale di un progetto che celebra i 25 anni della Fondazione e che prende forma nell’arte, nella memoria e nell’impegno civile.
Un oggetto di carta, certo, ma anche un manifesto silenzioso che parla a nome dell’umanità tutta, in un tempo segnato da fratture, conflitti e crisi globali.

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Una nuova grammatica della pace
Il cuore della mostra non è una celebrazione della fine della guerra, ma un invito a rivedere la pace come valore autonomo, vivo, fertile. Non si parte da ciò che distrugge, ma da ciò che costruisce. È questa inversione di sguardo la vera chiave del progetto: riconoscere la pace non come una tregua tra due violenze, ma come principio attivo di convivenza, fondamento del vivere civile e possibilità concreta di futuro.

A raccogliere e amplificare questa visione è stato il Museo Nazionale Collezione Salce, custode di un patrimonio unico in Italia di manifesti storici, tra cui numerose opere dedicate alla pace, soprattutto nel secondo dopoguerra. Nessun proclama bellico, nessuna retorica eroica. Solo immagini che parlano di ricostruzione, inclusione, speranza, solidarietà. Manifesti che raccontano l’umano desiderio di coesistenza, e che oggi, più che mai, risuonano con urgenza.

Opere, simboli, visioni
Tra i nuclei più significativi dell’esposizione, spicca l’opera digitale Phantasmagoria Pacis di Damiano Fasso, un’opera multimediale che fonde pittura digitale, intelligenza artificiale e musica in un racconto visivo ispirato ai principi dell’Agenda 2030 e ai pensieri di grandi figure. Una narrazione potente, accompagnata dal Dona Nobis Pacem di J.S. Bach, che si rivolge in particolare ai giovani, chiamati a raccogliere il testimone della pace.
Accanto a essa, altre opere simboliche realizzate da Tobia Ravà e Abdallah Khaled, che richiamano il dialogo tra culture, la possibilità di intendersi anche partendo da linguaggi diversi. Un invito visivo a superare i confini, ad accogliere l’altro come parte del proprio mondo.

Una mostra come soglia
Phantasmagoria Pacis non è un evento isolato. È una soglia: un varco verso un modo diverso di vedere e vivere la pace. Non un’utopia, ma una pratica quotidiana che coinvolge istituzioni, artisti, cittadini. È anche un appello silenzioso ma potente: scegliere la pace ogni giorno, come si sceglie di salire un gradino anche quando sembra più facile restare fermi.
E Venezia – la città che ha ispirato il francobollo e che accompagna simbolicamente questa iniziativa – ne è parte integrante. Fragile e visionaria, Venezia è da sempre luogo di incontri e resistenze. Ogni suo ponte, ogni sua scala, ogni suo riflesso è metafora di una umanità che cerca di elevarsi, di guardare oltre, di ricominciare.

La pace è il gradino più alto di questa ascesa. Senza di essa, ogni progresso è instabile, ogni costruzione è vulnerabile.

Costruire la pace con arte, memoria e responsabilità
Phantasmagoria Pacis è più di una mostra. È un esperimento culturale e civile, una mappa simbolica che unisce passato e futuro, visione e responsabilità. Un progetto che cerca ora il sostegno di chi crede che la pace non sia solo un diritto, ma anche un dovere collettivo.
Sostenere questa mostra significa partecipare alla costruzione di un’idea forte e condivisa: la pace non è un destino. È una scelta.

 

Una sorpresa nei nostri social :)

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Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace