Home / FOCUS SU... / Russia, conoscerla per capirla: l’incontro all’Ateneo Veneto

 

Di Stella Guizzardi

In un momento di relazioni tese tra Russia e Occidente, l’incontro Russia. Un impero contro l’Europa? tenutosi martedì 10 giugno presso l’Ateneo Veneto è stato di grande interesse per comprendere meglio il rapporto tra le entità. In questa occasione Isabella Panfido (giornalista de Il Corriere Veneto) ha presieduto l’incontro con ospiti notevoli come il Professor Aldo Ferrari (Ca’ Foscari), il giornalista Pierluigi Franco e l’ambasciatore Gianpaolo Scarante.

La conferenza è entrata subito nel vivo partendo dalla prima domanda: “la Russia può essere considerata un’autocrazia?
Ha risposto Aldo Ferrari: “Nel senso filologico di governo di una sola persona sì, ma non è sempre stato così, la Russia nasce come una sorta di confederazione di Città-Stato. I profondi cambiamenti derivano dalla conquista mongola del territorio, da questo la Russia ha imparato una lezione: è forte se compatta, e per essere compatta deve essere comandata da una persona sola. Questa persona può essere uno zar o un imperatore, ma l’autocrate può essere anche il segretario generale del PC e anche il governo che vediamo oggi. Putin si è inserito in un sistema che è cambiato nella forma, ma non nella sostanza, una singolare e importante forma di governo autocratica. Questa è la loro concezione del potere e la loro storia politica. Ed è con questa tradizione politica che dobbiamo fare i conti”.

Per capire la Russia di oggi quindi dobbiamo conoscerla nella sua storia e nella sua politica. Ma come si può definire un paese così vasto e diversificato? Su questo tema Panfido ha chiesto: “Esiste un interesse nazionale in un paese composto da così tante nazionalità diverse? Come si tiene l’interesse nazionale al di sopra di questa multietnicità?
Ha risposto sempre Ferrari: “La Russia è sempre stata guidata da personalità di nazionalità esterna, guardiamo ad esempio Caterina la grande, che era tedesca, e Stalin, georgiano. L’impero è da sempre multietnico e abituato a trattare con le minoranze etniche”.

La domanda successiva è stata rivolta a Pierluigi Franco (giornalista): “Come è proposta l’immagine della Russia oggi? L’immagine che ci arriva è veritiera? O è strumentalizzata? E se sì perché?
“Negli ultimi anni si è assistito ad un mutamento radicale, improvvisamente dopo l’invasione dell’Ucraina la Russia è diventata il nemico numero uno dell’Occidente. Dobbiamo però capire che l’informazione che noi riceviamo è quella occidentale, che è come se fosse una parte belligerante, e da sempre le parti belligeranti utilizzano l’informazione pilotata come un’arma. Bisognerebbe guardare come si pongono le parti realmente terze”.

E’ intervenuto poi anche l’ambasciatore Scarante sul rapporto odierno tra Russia e Occidente: “Il timore (occidentale, ndr) è giustificato dall’invasione. Ma la nostra inquietudine è più una questione esistenziale, in questi momenti storici assistiamo a situazioni che pensavamo impossibili, abbiamo la percezione che il mondo in cui entriamo non sarà migliore di quello che lasciamo, e questo ci provoca inquietudine. La Russia oggi è il nostro nemico, lo stiamo costruendo come nemico a livello culturale e ci stiamo riarmando. Anche il rapporto con gli USA è cambiato, e non solo da quando c’è Trump. Infine ci siamo scoperti un’Europa incompiuta, ci siamo dimenticati che bisognava andare avanti per arrivare ad una federazione, ad oggi non siamo né un ente unico né Stati singoli.
Oggi con tutti questi cambiamenti vediamo un mondo che porta al caos e non sappiamo prevederlo, ci sentiamo in una situazione di homo homini lupus. Ma nella storia non è sempre stato così, gli Stati hanno cercato di regolare i loro rapporti, sia in maniera formale che informale; la volontà di gestire i conflitti a livello di società internazionale c’era (ad es il concerto delle potenze con i congressi di Vienna, Berlino, etc). Dalla seconda guerra mondiale in poi il sistema cambia e si fa bipolare. Dopo l’89 e il crollo dell’Unione Sovietica, il sistema che si è sostituito a quello bipolare per un certo periodo è stato unipolare (a guida statunitense, ndr), ma oggi non lo è più. È questa la sensazione di caos, l’assenza di un sistema regolatore. E come ne usciamo? Nessuno lo sa”.

Hanno poi concluso la conferenza Aldo Ferrari e Pierluigi Franco con appelli di pace: “Considerando la Russia come il nemico e cattivo, come possiamo sederci al tavolo di pace? La Russia è culturalmente europea, negli anni 2000 eravamo vicini ad alleanze, ce n’erano di economiche e militari. Non dobbiamo demonizzare”. “Il giornalista deve essere un lavoro di pace, dare quotidianamente notizie di guerra e non accertate, non apre al dialogo”.

Tuttavia, dopo gli interventi, al momento dell’apertura verso il pubblico, l’incontro si è scaldato. Diversi ascoltatori non hanno particolarmente gradito l’apertura quasi radicale dei relatori nei confronti della Russia, avendo l’impressione che eventi come l’invasione dell’Ucraina del 2014 venissero dimenticati e che si dipingesse l’atteggiamento ostile dell’occidente come un fatto recente e quasi non provocato.

Il messaggio finale della conferenza è stato infine quello di ripartire da capo nei rapporti che i paesi occidentali hanno con la Russia, considerarla uno Stato pari, culturalmente affine e con cui si può dialogare, senza dipingerlo come il nemico assoluto contro il quale qualsiasi azione diventa giustificata. Per fare questo, la strada da percorrere è quella della conoscenza, ripercorrere la storia europea e russa, e fare affidamento oggi a fonti giornalistiche serie e possibilmente imparziali.

 
 
 
Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace