“Lost Generation”
23 Settembre 2017
Regia e drammaturgia di Pietro Floridia con
Alessia Del Bianco, Antar Mohammed Marincola, Antonella Lanotte, Florea Alexandra, Laura Ghyslaine Youpa, Matteo Miucci, Natalia De Martin, Nicola Gencarelli, Sanam Naderi, Wen Yan.
La drammaturgia di questo spettacolo nasce dalla convinzione che sia impossibile comprendere appieno l’attuale fenomeno migratorio inquadrandolo soltanto come una manifestazione del presente, senza, al contrario, connetterlo al passato coloniale. Un passato che ha riguardato anche l’Italia, spesso responsabile di feroci pratiche di oppressione. Un passato che l’Italia di ora non cessa di rimuovere continuando a preferire il mito degli “Italiani, brava gente”.
Questa la cornice della vicenda che vede per protagonista K. un figlio delle colonie, di padre italiano e madre somala, costretto a crescere in un brefotrofio a Brava, in Somalia, perché ritenuto illegittimo. La legge che regolava la condizione dei mulatti infatti recitava “il meticciato è un delitto contro Dio, contro la vita e l’umanità. A differenza dell’omicidio che distrugge solo l’individuo, esso distrugge e contamina tutta la discendenza”. Così K. finisce per appartenere alla “lost generation”, ovvero alla generazione dei bambini cresciuti nelle missioni in quanto i padri italiani non volevano riconoscerli e le madri somale erano considerate delle prostitute, per poi divenire, alla maggiore età, degli apolidi.
Ma K. vuole un cognome, così decide di tentare di rintracciare l’uomo di cui reca la firma in calce ad uno sbiadito documento che ha trafugato dal brefotrofio. Dopo lunghe peregrinazioni, dopo essere arrivato in Italia a bordo di una bananiera, K. arriva a scoprire che quel nome ora corrisponde ad un alto funzionario che vive in una sorta di castello in paese del nord Italia. E che pare non abbia alcuna intenzione di riceverlo. Ed ecco che incomincia un corpo a corpo tra la comunità che si chiude a protezione dei propri segreti e privilegi e lo straniero giunto dal buio di un passato scomodo, da un rimosso che potrebbe destabilizzare l’ordine dell’intero paese.
- DOC lost generation
Compagnia Cantieri Meticci
di Bologna
Cantieri Meticci è una compagnia teatrale che riunisce artisti provenienti da oltre venti paesi differenti, molti dei quali rifugiati politici, nell’intento di rendere tale diversità un caleidoscopio attraverso cui interpretare artisticamente i cambiamenti della nostra contemporaneità. Sviluppa sia in Italia che all’estero percorsi teatrali che intrecciano i linguaggi della narrazione a quelli della danza, dell’installazione e della videoarte. Sul fronte della pedagogia teatrale, dal 2004, ha avviato percorsi dedicati a richiedenti asilo e rifugiati. Cantieri Meticci fa parte della rete europea Migrating Theater, rete di giovani artisti che promuove workshops e spettacoli sui temi dell’incontro tra culture. Ha inoltre preso parte a numerosi progetti finanziati dall’Unione Europea, dando vita a spettacoli che girano in tutt’Europa nonché in svariati paesi di provenienza dei propri attori, quali, ad esempio, Palestina, Giordania, Brasile, Bolivia, Iran, Marocco e Senegal. Dal febbraio 2017 ha aperto un proprio spazio: il MET, un insieme di 9 atelier in cui lavorare alla ricerca di forme artistiche ibride.