CONVERSAZIONE: diritto internazionale e poesia

“Parole della ricerca sulla pace: diritto internazionale; poesia”
13 Settembre 2017

Laura Picchio Forlati

Laura Picchio Forlati

Maria Laura Picchio Forlati (tiene a mantenere dopo il suo il cognome del marito Zeno) ha 80 anni; per 60 ha perseguito la ricerca nel settore del diritto internazionale, in dialogo con un maestro di spicco – Gaetano Arangio-Ruiz – che ancora lo anima con una visione originale e spregiudicata circa la natura di tale diritto. Insieme a Maria Rita Saulle, già giudice alla Corte costituzionale, vinse nel 1981, prima volta per delle donne, il concorso a cattedra per il Diritto internazionale. Chiamata a tale titolo a tenere i corsi di Diritto internazionale e di Diritto dell’Unione europea nelle Università prima di Ferrara e poi di Venezia, ha concluso la sua carriera nell’ateneo patavino, ritornandovi tra il 2002 ed il 2010: in tempo per essere la prima donna a tenere la prolusione di inizio dell’anno accademico (il 781°). Era il marzo 2003 e le riprese in streaming registrano esposto sulla sua formalissima toga accademica l’emblema del movimento per la pace, appuntatole da un collega pacifista sì da associarla al biasimo per la ripresa dei bombardamenti su Bagdad che aprivano la seconda guerra del Golfo. Già allora L.P.F. era vice-presidente della Fondazione “Venezia per la ricerca sulla pace”.

Laura Forlati ha perseguito la tradizione italiana del ‘900 che vede gli stessi studiosi indirizzare insegnamento e ricerca sui settori tanto del diritto internazionale quanto del diritto internazionale privato: settori arricchiti – dagli anni ’70 in poi – dal diritto comunitario e quindi dell’Unione europea. Maria Laura Picchio Forlati ha inseguito il collegamento tra tali settori in un’epoca orientata invece alla specializzazione. Tale percorso, se le ha precluso una reputazione legata a temi più nuovi e meno esplorati, le ha però assicurato un punto di vista d’insieme che dà lucidità alle sue diagnosi nella ricerca sulla pace. I suoi scritti di riferimento tra i più di 70 titoli pubblicati riguardano: La sanzione nel diritto internazionale (1974) e Economic Sanctions in International lLaw (2004); La legge applicabile ai contratti (1990) e Le DIP à l’heure de la protection des droits de l’homme en Europe (2005); Incentivi CEE alla riforma delle strutture economiche (1985) e The role of positive sanctions (2004). Dal 2010 Laura Forlati si dedica allo studio e alla promozione della tutela giuridica del patrimonio culturale – v., come curatrice, Il patrimonio culturale immateriale Venezia e il Veneto come patrimonio europeo (2014) – ed al contesto dei conflitti armati. I suoi allievi più amati operano tra le Università di Padova e di Venezia e il suo dialogo con loro non muore.

 

Barbara Del Mercato

Barbara Del Mercato

Barbara Del Mercato è nata a Ferrara nel 1968, vive a Venezia da quasi trent’anni. Dopo la laurea in Lingue e un dottorato sul rapporto tra poesia e spazio urbano nella città di Toronto ha lavorato prevalentemente come traduttrice e interprete. Da quest’anno è project manager del nuovo International Center for the Humanities and Social Change, nato dalla collaborazione tra Università Ca’ Foscari di Venezia e Humanities and Social Change International Foundation. (sito personale: www.barbaradelmercato.it)

 


CONVERSAZIONE: studi sul trauma

“Parole che vedono”
20 Settembre 2017

La conversazione Studi sul trauma, PAROLE CHE VEDONO, si svolge all’interno delle manifestazioni organizzate per l’installazione artistica DROPPING SEEDS dell’artista DEBRA WERBLUD.
La conversazione – performance verrà condotta dalla critica d’arte Francesca Brandes, le psicoanaliste Grazia Giacomazzi e Giuliana Grando, la giornalista scrittrice Giovanna Pastega, con l’obiettivo di accostare il trauma collettivo, i crimini di lesa umanità, come la Shoah e il genocidio degli Armeni, con il dramma individuale, intimo e privato, come la violenza domestica.
Secondo le relatrici la violenza lascia ferite indelebili in qualsiasi contesto essa avvenga. Infatti gli eventi violenti, fuori senso, creano un “buco” (non un vuoto) nella trama della psiche-corpo, e per questo sono indicibili. Ci sono dei modi per poterli elaborare e soggettivare che vanno dalla psicoanalisi, la scrittura, l’opera artistica, l’appartenenza ai gruppi di testimonianza e di richiesta di Memoria, Verità e Giustizia, come le Madri e le Nonne de Plaza de Mayo in Argentina.
L’opera artistica, si sa, è la via regia per esprimere l’orrore e cercare di portarsi al limite dell’indicibile, perché unisce corpo e linguaggio, piuttosto unisce corpo e la langue, vale a dire la prima lingua materna, quella che apprendiamo dal corpo della madre.
E’ questa che viene sdraiata nel trauma?
Sarà uno degli interrogativi della conversazione. Altro punto cruciale sarà la trasmissione del trauma che incontriamo nei sopravvissuti e nella seconda generazione di coloro che sono stati torturati e uccisi, così come ii figli che assistono alla violenza.
Grande attenzione avrà, nella conversazione, anche la figura del persecutore, il suo modo di godere, che sia il generale Videla o il vicino di casa che tortura la compagna.
Quello che è in gioco in tutte le forme di violenza è il rapporto con l’alterità, l’alterità che c’è in noi, che non vogliamo accettare e che proiettiamo, nell’altro per cui la diversità di razza, religione, etnia, cultura diversa, colore della pelle, o la persona che ti sta accanto, suscita odio fino alla persecuzione e alla morte.
Le relatrici possono contare su diversi strumenti interpretativi e l’opera di Debra farà da guida esterna/interna e da snodo al discorso.
La scrittrice Giovanna Pastega leggerà alcuni brani dal suo recente libro, Il Canto della Balene, sulla violenza domestica.
L’incontro sarà preceduto da letture poetiche di Efe Duyan e Selahattin Yoldigen (Turchia) e Miroslav Kirin (Croazia).

Giuliana Grando, 19 settembre 2017

Giuliana Grando (curatrice)

Psicoanalista, psicoterapeuta, Membro SLP e AMP, responsabile Centro ABA di Venezia, Docente IF per la specializzazione in psicoterapia, già Supervisora Clinica del Centro Antiviolenza del Comune di Venezia. La sua esperienza con il trattamento ABA (Associazione per la cura dell’anoressia, la bulimia, l’obesità ) e l’incidenza degli eventi traumatici nel disturbo alimentare e il trattamento violenza sulle donne, l’ha portata a indagare sui grandi traumi, in particolare sui traumi derivanti da crimini di lesa l’umanità.

Tra le numerose partecipazioni, organizzazione di incontri, conferenze e pubblicazioni ricordiamo:
– presentazioni del libro Il Canto delle Balene di Giovanna Pastega in varie città italiane (2017).
Etty Hillesum e il Campo di concentramento ( Venezia, 2017).
La violenza alle donne e il trauma, (Casa de l’Alba Cultural – La Habana 2016).
Giornata della prevenzione alla violenza di genere, (Casa dell’Alba Cultural La Habana, 2015).
Partecipazione al laboratorio sulla violenza di genere (Università di San Martin, Buenos Aires, 2014).
Seminario sulla violenza di genere (Università de Avillaneda, Buenos Aires, 2014).
– Intervento “La violenza travestita da amore” pubblicato in Attualità lacaniana n. 16 “l’orizzonte della donna”, Editrice Alpes. (2014).
– Incontri su “I desaparecidos” alla Casa della Memoria di Rosario (Argentina, 2014); Centro Luis Borges (Buenos Aires 2014), Università di Ca’Foscari (2013).
Conversando sulla paura e la violenza di genere (Verona 2013).
– “ Seminario Se questa è una donna, Violenza, Memoria, narrazione, pubblicato a cura di Maria Teresa Sega, (Venezia, 2008).
– “Vittimizzazione della compulsione a ripetere nei casi di abuso e di maltrattamento”, (Casa internazionale delle donne, Roma 2006) pubblicato in “Una per Una” a cura di Paola Francesconi (Borla, 2007).
– “La violenza domestica di genere sulle donne: la risposta psicologica e sociale alle donne abusate e maltrattate” (IV Seminario Internazionale Donne del XXI secolo – Cattedra sulla Donna Facoltà di psicologia, Università Alma Mater – La Habana , 2005).

 

M.Grazia Giacomazzi

Pedagogista, psicanalista, nel 1995 è tra i soci fondatori dell’Accademia Platonica della Formazione, successivamente Accademia per la Formazione di Padova. Una associazione dove la formazione è pensata senza dimenticare la grande lezione concettuale del pensiero classico da cui deriva il nostro organismo civile e politico e quindi le parole che usiamo. Organizza, promuove e partecipa anche in qualità di relatrice a diversi convegni e seminari di psicanalisi, politica, arte. Si occupa di adolescenza e dipendenza patologica in un’ottica educativa. Su questi temi scrive diversi articoli e cura la pubblicazione del volume sulle Dipendenze: tossicomania, anoressia, bulimia, della collana Arché, 1998, Panda edizioni. Dal 2004 svolge una collaborazione con il consultorio familiare del Centro Italiano Femminile di Padova dove si occupa in particolare di violenza di genere. Alla riflessione politica viene iniziata da due grandi pensatrici del nostro tempo: Hannah Arendt e Simone Weil, entrambe ebree. Come Sigmund Freud. Da questi incontri apprende quanti possono essere i modi di farsi altro da sè proprio dell’atto educativo o psicanalitico. Quasi sempre ci si scopre là dove non si credeva di essere. Per questo non possiamo smettere di interrogare il significato della parola umanità.

 

Francesca Ruth Brandes

Francesca Ruth Brandes vive ed opera a Venezia. Saggista e curatrice d’arte, ha scritto e condotto per RadioRai programmi di attualità culturale. Si è spesso occupata di tematiche ebraiche. Ha pubblicato, fra gli altri, per i tipi di Marsilio Itinerari ebraici del Veneto, oltre a testi per il teatro e cataloghi monografici. È collaboratrice del Centro Internazionale della Grafica di Venezia. Tra le pubblicazioni si possono ricordare: L’altra storia, Eidos, 1995; La casa dei viventi. L’antico Beth Chaim di San Nicolò del Lido, Venezia, Atiesse, 1997; L’ultima farfalla a Terezin, testo teatrale, 1998; Pacovska. Magica Kveta, Padova, 1999; Nagual o del non-visto, Castelfranco Veneto, 2004; Canto a più grida (poesie), Venezia, 2005; Piccole benedizioni (poesie), Padova, 2006; Tikkun, Milano, 2008; Virgiliana, Mantova, 2008; Non appena avrò taciuto, Bassano, 2009; Trasporto (poesie), Faloppio (Co), LietoColle, 2009; Slanci urbani, Verona, 2009; Etimologie, Venezia, 2010, L’undicesimo giorno (poesie), Faloppio (Co), LietoColle, 2012; Il dono di Ernani, Venezia, 2014; Ernani Costantini in privato, Venezia, 2016; Storie dal giardino (poesie), Milano, La Vita Felice, 2017.

 

Giovanna Pastega

Giovanna Pastega è giornalista professionista dal febbraio 1997 e pubblicista dal 1992. E’ laureata in Italianistica con una tesi di Storia del Teatro all’Università di Ca’Foscari di Venezia. Nel febbraio del 1998 assume il ruolo di direttore responsabile della testata giornalistica dell’emittente televisiva Antenna Tre Nord Est (copertura triveneta; produzione quotidiana di 7 telegiornali provinciali, 1 telegiornale regionale veneto, 1 telegiornale triveneto), ruolo che ricopre tutt’oggi. Nel corso del 1998 assume anche il ruolo di direttore responsabile dell’emittente televisiva Telealtoveneto, ruolo che ricopre tutt’oggi. Dal 1999 ad oggi segue la direzione del giornale on line “Mondo Veneto” dedicato ai Veneti nel Mondo. Nell’aprile 2002 inizia per conto di Antenna Tre Nord Est una collaborazione giornalistica con l’emittente televisiva nazionale La Sette, curando servizi giornalistici per le varie edizioni del telegiornale. Dal dicembre 2003 ad oggi cura per conto di Antenna Tre Nord Est un service giornalistico per Sky News 24 nell’area di copertura dell’emittente.