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Di Stella Guizzardi

Si vis pacem para pacem, se vuoi la pace prepara la pace. E’ con questo ideale che più di sessanta anni fa muovono i primi passi i paesi fondatori dell’Unione Europea, riuscita esperienza di pace interna in un territorio storicamente caratterizzato da pesanti guerre.
Durante il XXIX Convegno annuale della Società Italiana di Diritto Internazionale e dell’Unione Europea (SIDI) tenutosi il 5 e 6 giugno 2025 presso l’Università di Padova, la quarta sessione di lavori si è incentrata proprio su questo tema: La pace e l’Unione Europea.

Nel corso del suo intervento, il professor Vellano (Università di Torino) ha evidenziato come l’Unione Europa sia un esperimento riuscito di pace interna per due ragioni principali: la prima è che “l’Unione Europea è un ingegno giuridico, si è creato un terzo luogo in cui risolvere i contenziosi tra Stati per evitare l’escalation.” La seconda ragione è invece legata alla pacificazione dei confini interni all’Unione Europea; abbassando il valore giuridico, economico e simbolico dei confini tra gli Stati membri dell’Unione, si è creato un ampio territorio che diventa un fronte compatto verso l’esterno e di conseguenza, anche verso l’interno, agevolando la cooperazione pacifica tra i paesi.
L’obiettivo ora, è quello della pace esterna. “La CED (Comunità Europea di Difesa, ndr) è stata più che altro un episodio storico, ma talmente traumatico da avere effetti ancora oggi, infatti la difesa degli Stati membri dell’Unione è delegata praticamente in toto alla NATO”, ha commentato il professor Vellano. Fino al 2022 ad ogni modo, le questioni securitarie non erano un problema in cima agli ordini del giorno dei meeting europei, ma a partire dall’invasione russa dell’Ucraina, le priorità sono cambiate. Quello che molti non sanno, è che nel Trattato sull’Unione Europea (TUE), all’articolo 42 comma 7, vi è un obbligo di mutua assistenza in caso di aggressione armata sul territorio di uno degli Stati membri, e l’articolo rappresenta una norma ancora più vincolante rispetto all’art 5 della Nato, secondo il professor Vellano. “Ad ogni modo l’Unione Europea non è pronta (ad avere una difesa comune organizzata, ndr), non ha il sistema giuridico adeguato e non ha gli strumenti pratici che servirebbero. Forse sarebbe meglio se si concentrasse sul suo compito originario: pacificare. L’alternativa sarebbe quella di lasciare la responsabilità agli Stati in quanto tali, togliendola da una dimensione europea e lasciando la leadership agli Stati “volenterosi”, che però non è detto siano pronti”, ha concluso il professore.

La professoressa Cafaro (Università del Salento) ha contribuito proprio su questo punto: il compito originario dell’Unione Europea è quello di pacificare. Ma come potrebbe svolgere oggi la stessa funzione di più di 60 anni fa la CECA e la CEE? Il meccanismo è lo stesso, ma adattato ai tempi correnti e ai diversi paesi con i quali ci si confronta: “Con l’allargamento (dell’UE, ndr) si espande il metodo comunitario ad altri territori, l’idea di condivisione di uno spazio giuridico e di istituzioni è stata un’invenzione straordinaria che rende attrattiva l’Unione, che infatti nel tempo si è espansa già varie volte. (…) L’adattamento non è mai unilaterale, non sono solo i paesi terzi ad adattarsi all’Unione, ma è anche l’Unione a cambiare per accogliere i nuovi paesi con le loro nuove esigenze”. Un esempio di questo adattamento lo possiamo vedere nei criteri di adesione alla comunità: è nato un quarto criterio, la condivisione della politica estera di sicurezza comune, sintomo di come i tempi e le priorità sono cambiate nel tempo.

Foto Interna Articolo Sidi Ue
L’Unione Europea, adattandosi alle nuove esigenze dei tempi e dei membri, potrebbe ancora una volta asservire al suo compito originario: la pace. Tuttavia le istituzioni non sono organi senzienti, ma istituti composti da uomini e donne sensibili a ciò che li circonda e convinti di agire per il benessere dei propri conterranei, la speranza è che scrivendo i prossimi indirizzi politici comunitari, ci si lasci ispirare dalle menti che la comunità europea l’hanno concepita, con le loro volontà di cooperazione, dialogo e pace.

 
 
 
Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace