All’interno del nutrito programma per l’anno 2023 dei Classici Contro, giovedì 26 e venerdì 27 ottobre, si è svolto al Museo della Battaglia di Vittorio Veneto l’evento INVENTARE LA PACE. Una due giorni alla quale, visto l’argomento, non poteva mancare la partnership con la Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace. Grazie al presidente Antonio Silvio Calò e al Consiglio di Amministrazione, in carica da marzo di quest’anno, la Fondazione ha voluto far partire una serie di iniziative, allo scopo di mettere sempre più in primo piano la parola PACE, in un periodo in cui si sente parlare solo di GUERRA.
Quattro grandi laboratori scientifici e didattici con quattrocento giovani dai licei (provenienti sia dal Veneto che dal Friuli) e dalle università ad ascoltare, con molto interesse e partecipazione, ben sedici interventi di ricercatori e studiosi.
Grande successo anche per le due serate che hanno fatto da importante corollario all’appuntamento, alle quali hanno assistito in totale duecento persone. La prima dedicata al teatro e alla musica, la seconda al dibattito pubblico in cui si è parlato sulla violenza della guerra e sulle vie della pace. Con Paolo Rumiz, Egidio Ivetic, Andrea Cozzo, Antonio Calò.
A fare gli onori di casa, Alberto Camerotto, ideatore dell’evento e professore presso il Dipartimento di Studi Umanistici di Ca’ Foscari, accompagnato da Antonio Silvio Calò della Fondazione VE.RI.PA.
A partire dal simbolo di Troia in fiamme si è ragionato su guerra e pace con tremila anni di pensieri. Per guardare e comprendere le logiche della violenza, per inventare le vie della civiltà e della pace. Per il nostro tempo, per la nuova coscienza civile d’Europa.
Il primo laboratorio, che si è svolto giovedì mattina, è stato intitolato Voci e Immagini per raccontare la caduta della Città. In particolare, hanno preso parte Mario Cantilena (Università Cattolica di Milano) con La guerra: che altro? e Stefano Maso (Università Ca’ Foscari Venezia) con Filosofia della guerra, filosofia della pace. Nella parte pomeridiana, per L’assedio e la caduta della Città, è intervenuto, tra gli altri, Alberto Pavan (Liceo Canova Treviso) con Né sembiante di città si vede”: la narrazione della persis di Aquileia.
Nella successiva giornata, prima parte dedicata alle Vie della Pace, con Lucio De Bortoli (ISTRESCO) che ha preso la parola per Raccontare la guerra, pensare la pace. Grande interesse anche per Andrea Cozzo (Università di Palermo) con il suo intervento Nel mezzo. Strategie della pace. Nel pomeriggio i due piatti forti per raccontare l’Immaginario della Pace sono stati gli interventi di Paola Angeli Bernardini (Università di Urbino) con Eracle, discusso eroe di pace e civiltà e, poi, di Paolo Rumiz. Il giornalista e scrittore triestino ha parlato di Raccontare l’odio, raccontare l’amore: il cammino del giornalista.
“Come sottolinea Alberto Camerotto, fare la guerra è facile, il male è orribilmente banale. Inventare e costruire la pace è invece difficile, complesso e straordinario. L’unica via sono i pensieri, le idee, la condivisione collettiva, il confronto. Con una prospettiva di tremila anni a cominciare da Omero e dall’Iliade, insieme con le voci, i pensieri e le azioni dei nostri giovani possiamo avere qualche speranza. Forse si può fare. Ci vuole tempo, dolore, fatica, impegno, ma è possibile resistere di fronte al male della guerra e della violenza. Il nostro dovere civile, per il bene comune.