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Di Stella Guizzardi

Presso la sede di The Home of the Human Safety Net a Venezia, la Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace ha partecipato ad una giornata di conferenze, presentazioni e tavole rotonde nel quadro dell’evento Art for Action, che quest’anno segue il tema “After Migration”.

Il ciclo di incontri è stato aperto da Amandine Lepoutre, presidente di Art for Action, e Gabriele Galateri, presidente di The Human Safety Net. Nei loro interventi hanno evidenziano l’importanza di unire i temi dell’arte, dell’azione e dell’impatto sociale.

“L’arte – ha affermato Lepoutre – ci permette di aprire discorsi, nel suo essere è impattante e scatena reazioni”, proprio per questo motivo è fondamentale unire l’arte al discorso della migrazione, per provocare emozioni, aprire discorsi e dibattiti sulla questione, rendendola rilevante. Anche Galateri si esprime sul ruolo della sua organizzazione nel tema della migrazione, “lo scopo di Human Safety Net è quello di estrarre il potenziale da ogni persona”, le persone migranti dopo la migrazione non hanno solo bisogni, ma anche potenzialità, che possono costituire uno dei primi passi nel percorso all’integrazione.

Nel corso dell’evento si sono susseguite tre conferenze principali, sui temi della vita dopo la migrazione, sul ruolo dell’artista e dell’arte nell’azione politica, e sull’arte dell’azione collettiva, ad ognuno di questi dedicheremo un articolo specifico.

Nella parte conclusiva della giornata si è svolta una tavola rotonda a tema “Art in Action”, alla presenza di artisti come Lorraine de Sagazan, regista teatrale, Ange Leccia, pittore, Soulaimane Alaoui, dal centro interculturale Leila Alaoui, e Hashim Sarkis, architetto, moderata da Amandine Lepoutre, presidente di Art for Action.

La conversazione finale tra gli artisti si è focalizzata principalmente sul ruolo dell’arte e degli artisti nell’azione politica. De Sagazan, come regista teatrale, ha aperto con una riflessione riguardo una sua pausa dal lavoro, iniziata chiedendosi se la forma d’arte del teatro come forma di azione politica avesse ancora senso in un periodo storico in cui la simulazione è accessibile in diverse forme in molti momenti. La conclusione comune a cui arrivano poi gli artisti, è quella del guardare all’arte come ad un rapporto simbiotico tra artista e fruitori, “l’arte non esiste senza l’altro” dice Leccia, non esiste senza qualcuno che guardi, apprezzi e comprenda. Inoltre il contatto con l’altro cambia il punto di vista dell’artista, anche su cose che si sono sempre viste allo stesso modo, l’arte è scambio e cambiamento, per questo loro la definiscono un “indicatore di attività sociale”, se c’è molta arte, c’è molto cambiamento sociale, e viceversa.

 
 
 
Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace